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Tullio Santagiuliana


I casìne

Se volessimo conoscere più a fondo la nostra storia, non quella delle battaglie e dei fatti politici, ma quella più vera del lavoro, della vita quotidiana, dovremmo fermarci a studiare i nomi delle cascine.
Casìna Agustàna, Casìna Milione, Culpàna... perchè?
La prima nel secolo XV era di proprietà degli Agostani, che oggi non esistono più, abitavano in piazza, nel negozio all'angolo di Via Municipio, c'è ancora una colonna di pietra con il loro stemma, la Cascina Milione nel secolo XVIII era beneficio di un canonico Milioni e alla Colpana abitavano gli antenati dei Colpani di oggi.
La Casìna del giàs, che si trova al Gerundio, cioè dove inizia la discesa per Cassano, deve il suo nome al fatto che lì era fa fabbrica di ghiaccio di Engel, quel che ispirò la canzoncina: "A 'l è bèl - a 'l è bu - a 'l dür cumè 'l curàl - viva la fabrica del giàs artificial!"
Alle monache di Sant'Agostino apparteneva la Casìna d'i Mùnighe e la Pezzoli al conte Poldi Pezzoli, quello del museo. Ma chi saprebbe ritrovare l'origine del nome della Pélisa? della Rampina? della Casìna de l'umbrèla?
E la Casìna Tempo perso? e la Güsafàm? e la Güsasìt?
Cascine che esistono da secoli, talune da un millennio e più, come la Pezzoli; intorno a loro sono passate guerre e pestilenze, è mutato l'ambiente naturale e quello sociale, ma loro sono rimaste con la loro piccola o grande storia, che noi abbiamo smarrita, occupati come eravamo a ricordare tutte le altre cose inutili del passato.

(Tullio Santagiuliana - Ma ga n'è amò? - 1982)